
Prosegue la lotta biologica alla cimice asiatica. C.P.N.: “Questo è il periodo migliore. Esteso il numero dei siti”
Effettuati nei noccioleti della Tuscia i primi lanci di vespa samurai del 2025. Lo rende noto C.P.N. – Cooperativa Produttori Nocciole. Tale specie rappresenta tuttora l’unico antidoto efficace a lungo termine per il contrasto alla cimice asiatica, insetto che da diverso tempo costituisce una concreta minaccia per l’agricoltura nel comprensorio dei Monti Cimini e, di riflesso, per l’economia viterbese.
Dopo i primi lanci avvenuti un anno fa, quelli di quest’anno sono stati ripetuti negli stessi siti di coltivazione delle nocciole messi a disposizione dalle cooperative, con l’obiettivo di aumentare la quantità di vespa samurai presente all’interno di ciascuno di essi. Inoltre, la lotta biologica è stata estesa a nuovi siti autorizzati da Ministero dell’Agricoltura e Regione Lazio, grazie al sollecito di C.P.N. e di altre organizzazioni di produttori (OP) che ha determinato un aumento dei fondi per questo scopo.
In base ai monitoraggi effettuati da ENEA dalle organizzazioni di produttori, tra cui C.P.N., questo di inizio estate risulta il periodo migliore per lanciare la vespa samurai, in quanto si verifica la massima presenza di ovature di cimice asiatica, aspetto fondamentale affinché l’azione dell’antagonista avvenga con efficacia. La vespa – insetto di piccole dimensioni e innocuo per le persone – agisce parassitizzando le uova di cimice, il cui ciclo dalla deposizione alla schiusa è di 45 giorni. La vespa conclude il suo ciclo in 12 giorni e una volta parassitizzato un uovo, si sposta a quello vicino.
I nuovi lanci, quindi, sono stati autorizzati da Ministero e Regione e avvenuti alla presenza del consigliere regionale Giulio Zelli. In ogni sito, sono stati distribuiti oltre 100 esemplari di vespa samurai, iniziando da quelli nei comuni di Capranica, Carbognano, Ronciglione, Sutri e Vetralla. I noccioleti interessati sono 45 nel territorio provinciale di Viterbo, di cui parte gestiti da C.P.N. L’attività proseguirà nei prossimi giorni. Grazie alle strutture di ENEA presenti sul territorio, e in particolare al laboratorio Agricoltura 4.0 e a Raffaele Sasso, si ha la possibilità di produrre le migliaia di individui da rilasciare in campo per il controllo biologico.
“Ringraziamo Regione Lazio, ENEA e Università degli Studi della Tuscia per la collaborazione a questa essenziale azione di tutela della corilicoltura del nostro territorio – dichiara Settimio Discendenti, presidente C.P.N. – La lotta biologica alla cimice asiatica, che deve rientrare in una più ampia strategia di lotta integrata, è un percorso delicato, complesso e a lungo termine e non può prescindere da un adeguato supporto istituzionale e scientifico. L’insetto antagonista necessita di tempo per integrarsi e insediarsi nell’ambiente e la situazione va costantemente monitorata. C.P.N. continua a promuovere soluzioni efficaci e sostenibili per la coltivazione della nocciola nella Tuscia, pilastro dell’economia locale“.



